L’idea nasce dall’iniziativa di alcuni Poliziotti appassionati di vela, che per la loro esperienza di lavoro si sono confrontati spesso con situazioni drammatiche in cui giovani e non di rado giovanissimi ragazzi e ragazze diventano vittime di situazioni di violenza e di sfruttamento che spesso hanno a che fare con problemi legati alla dipendenza dell’uso da sostanze stupefacenti.

Il progetto nasce nel 2007 dopo le partecipazioni ad eventi velici del gruppo di appartenenti alla Polizia di Stato appassionati di vela collegati attraverso il Portale interno della Polizia di Stato denominato Doppiavela, “la ciurma” del Doppiavela Sailing Team ha sentito l’esigenza di impegnarsi in un’attività sociale che permettesse di rendere effettivo lo spirito della Polizia di Stato nel suo intento di essere “Vicini alla gente” soprattutto a chi ne ha più bisogno facendo parte di categorie sociali più deboli e fragili. 

Consapevoli dell’alta potenzialità formativa della pratica velica, della capacità di creare spirito di squadra e di fornire obiettivi da raggiungere attraverso un’attività sana, il team ha deciso di rivolgersi a quegli adolescenti che, per svariati motivi (famiglie disadattate, adolescenti stranieri, contiguità con ambienti sociali border line ecc.), sono affidati a servizi sociali o a strutture di “recupero”,  cercando  di coniugare  l’esigenza  di fornire un mezzo per una crescita personale con il riavvicinarsi ad un’idea di “Istituzione” come è la Polizia di Stato, che sia considerata non solo per la sua veste “repressiva” ma anche e soprattutto di vicinanza e aiuto sociale, il tutto in un contesto al contempo ricreativo, sportivo e formativo.

Doppiavela vuole essere il risultato di un sogno, di una società uguale e di una passione per il mare. I valori umani che sono stati l’origine del progetto, continuano ancora oggi: scuola di vela, scuola di mare e scuola di vita, coadiuvata dalla figura istituzionale dello “skipper poliziotto”, che inciderà anche sull’aspetto della sensibilizzazione al senso civico e al rispetto della legge e dell’autorità, cardine fondamentale per la crescita del concetto di legalità nei giovani.

Nel 2007 l’attività parte a Savona grazie alla collaborazione dell’Associazione Matti per la Vela, che fornisce un’imbarcazione per attuare il progetto con i ragazzi del Centro Millepiedi. Nel 2010 Il progetto si espande e viene attivato a Peschiera del Garda grazie alla collaborazione con l’Associazione Progetto Calypso, che fornisce in uso un’imbarcazione per le attività con realtà sociali locali. Nello stesso anno viene riconosciuto a Doppiavela Solidale il Patrocinio della Polizia di Stato. Nel Settembre 2011 il progetto viene insignito dall’allora Capo della Polizia Antonio Manganelli con il premio San Michele Arcangelo, durante le celebrazioni per la festa del Patrono svoltesi a Ferrara.

Nel 2013 comincia la collaborazione sul lago di Garda con Exodus e i Centri Giovanili Don Mazzi, che porta alla partecipazione di un totale di più di venti ragazzi e ragazze ospitate dalla comunità “Casa di Beniamino” di Cavriana.

Dal 2015 Il progetto è attivo anche nella città di Cagliari, in collaborazione con L’Associazione New Sardinia Sail e con la partecipazione di ragazzi affidati dal Tribunale dei Minori di Cagliari. In previsione per fine 2015 un giro della Sardegna in barca a Vela con i ragazzi affidati dal Tribunale, per il 2016 oltre ad attività in loco  si sta studiando la possibilità di partecipare ad iniziative comuni con più equipaggi, come la partecipazione alla Barcolana di Trieste.

 

Il Progetto “Doppiavela solidale”[1] sul Lago di Garda

 

Per i “non addetti ai lavori” il nome del progetto si ispira alla sigla radio delle sale operative delle Questure, cuore pulsante e supporto costante dell’attività della Polizia di Stato nel controllo del territorio delle nostre città. Il progetto non è una realtà attiva solo a Verona ma anche in altre grandi città, soprattutto Savona.

L’idea nasce dall’iniziativa di alcuni Poliziotti, che per la loro esperienza di lavoro si sono confrontati spesso con situazioni drammatiche in cui giovani e non di rado giovanissimi ragazzi e ragazze diventano vittime di situazioni di violenza e di sfruttamento che spesso hanno a che fare con problemi legati alla dipendenza dell’uso da sostanze stupefacenti.

A Verona, due Poliziotti, Domenico Caruso[2] e Davide Baraldi[3], grazie all’aiuto dell’Associazione Progetto Calypso che utilizza un’imbarcazione a vela sul lago di Garda per fare esperienza di socializzazione con ragazzi diversamente abili, hanno pensato di proporre l’idea del progetto DoppiaVela alla comunità Exodus di Don Mazzi che ha sede nel territorio di Cavriana (MN), un centro giovanile che si occupa della riabilitazione di ragazzi tossicodipendenti o con difficili problemi di socializzazione per i più diversi motivi.

Nel febbraio del 2013 il progetto con Exodus prende finalmente il via; tra le facce perplesse incredule e diffidenti dei ragazzi e delle ragazze di Casa di Beniamino di Cavriana, due “sbirri” propongono di vivere insieme un’esperienza di vita insolita, che rompe stereotipi consolidati da entrambi gli “schieramenti”. Proponiamo loro di imbarcarsi con noi a bordo della “Calypso”, una vecchia ma sufficientemente grande e affidabile imbarcazione a vela per imparare a navigare, formare un equipaggio in grado di governare un’imbarcazione a vela, e perché no, di arrivare ad essere in grado di affrontare anche sfide più difficili con l’obiettivo di arrivare al mare, dove l’equipaggio possa sperimentarsi con un’altra imbarcazione ben più impegnativa.

L’entusiasmo dei ragazzi è coinvolgente. Li guardiamo ogni volta stupiti, colpiti dalla loro voglia di vivere di avere una vita “normale”, fatta di famiglia, lavoro, amicizia e amore. Dopo i primi momenti di diffidenza, gli schemi sono rotti, la meraviglia lascia il posto alla curiosità e finalmente ci parlano di loro e ci chiedono di noi, delle nostre scelte del perché “perdiamo” il nostro tempo a dedicarci a loro e a questo progetto.

Anche noi come loro in fondo siamo rivoluzionari, cambiamo gli schemi, vogliamo rompere una cultura che spesso schiaccia nei sui stereotipi i problemi del mondo, ma lo facciamo attraverso la proposta di costruire qualcosa di nuovo insieme piuttosto che distruggere qualcosa o qualcuno.

Viviamo con loro “solo” per un giorno a settimana, ma a bordo di un’imbarcazione a vela la convivenza ha una sua intensità di base in cui si sente emergere la presenza di un gruppo. C’è chi scopre e si meraviglia, a dispetto della diagnosi che gli è stata data di “disturbo dell’attenzione”, di essere un provetto e attento timoniere, chi si lamenta per la fatica, ma è sempre il primo a darsi da fare, chi ironizza sulla “qualità dell’equipaggio”, chi si prende in giro, chi sta zitto per intere giornate per poi stupirti un giorno con riflessioni di una illuminazione disarmante.

La barca vive, a dispetto dei suoi anni, del suo aspetto, è carica di energia, e alla fine di ogni viaggio ci regala qualcosa di nuovo, ci ha stupito, sorpreso qualcosa, la vita a bordo, un sorriso, un abbraccio, un ringraziamento che non ti aspettavi ti cambia la giornata, ti fa vedere nuove possibilità nuove speranze per questi ragazzi, attraverso il loro sforzo di non lasciarsi travolgere dalla vita.

Per le attività del 2016, non essendo più disponibile l’imbarcazione che ci ha ospitato finora, il progetto è necessariamente “migrare” su una barca diversa, con il vantaggio di essere più moderna,  e anche con l’indiscutibile vantaggio di essere anche più performante: le sensazioni di reattività che una barca di questo tipo possono dare porteranno sicuramente giovamento al percorso formativo intrapreso con i ragazzi, che hanno bisogno di stimoli “forti”. Un’occasione per divenire indipendenti da altre associazioni ospiti e quindi gestire Il progetto direttamente come Scuola di Polizia.

Attraverso l’Associazione A.S.D. Polizia di Stato – Peschiera del Garda, presieduta dal Direttore della Scuola Allievi Agenti Dott. Trevisi e  con il sostegno economico della Fondazione Cariverona, il progetto ha finalmente acquisito una imbarcazione più adatta a questo tipo di attività: un Este 35 dei Cantieri Navali d’Este, una barca che nonostante gli anni può dire ancora la sua in eventi velici, e dare sicuramente le giuste sensazioni ai ragazzi del progetto. Il contributo per l’acquisizione dell’imbarcazione è stato appena approvato ed in questo momento si stanno effettuando in cantiere alcuni lavori di ripristino e adeguamento della barca, che verrà varata ufficialmente a fine estate 2016.

Volontà della Fondazione Cariverona è quella che il progetto diventi un network virtuoso in cui far confluire le esperienze e le competenze di enti e aziende, soprattutto del tessuto locale, in modo da creare una sinergia comune a supporto dell’iniziativa. In questo Il comune di Peschiera del Garda si è impegnato a fornire il patrocinio e a provvedere alla realizzazione del pontile di ormeggio della barca, che sarà ospitata all’interno della darsena della Fraglia Vela Peschiera, che fornirà anche il supporto logistico e lo spazio nelle sue strutture sociali per sviluppare non solo le attività in navigazione ma anche quelle di manutenzione e cura dell’imbarcazione a terra. Sono in fase di finalizzazione le richieste di patrocinio di tutti i comuni della sponda veronese del lago di Garda, del Comune di Verona e dell’Ente Fiera di Verona. Sono state contattate numerose aziende di settore che si sono rese disponibili a supportare con prodotti donati o a ceduti a prezzo di costo per completare i lavori di ripristino dell’imbarcazione o per lo sviluppo delle attività didattiche.

___________________________________________________________________________________

[1] Con il gratuito patrocinio della Polizia di Stato, progetto vincitore del Premio San Michele Arcangelo 2011.

[2] Esperto velista, attualmente lavora e insegna presso la Scuola Allievi Agenti di Peschiera D.G. (VR)

[3] Amante della Vela ed esperto Psicologo, è attualmente in servizio presso il Compartimento Polfer di Verona, Ufficio

Prevenzione e Protezione Rischi e volontario dell’associazione “Psicologi per i Popoli”.